Se è vero che la copertina di "1972" sembra rappresentare una metropoli seriale fatta di circuiti e microprocessori, è vero anche che il nuovo album di Anla Courtis e Jussi Lehtisalo è in realtà molto meno compartimentato e prevedibile dell'immagine che vorrebbe rappresentarlo. Le otto tracce in scaletta palpitano su un droning-industrial-noise inquietante come le mutazioni del neonato di...
Sulla lingua: ON
Per i synth di Anthony Pateras, la chitarra baritona di Stefano Pilia e la batteria / drummophone di Riccardo La Foresta anche il tempo diventa un fattore opinabile. Quelli racchiusi in "ON" rallentano e accelerano quando meno te lo aspetti, mentre il suono gira attorno a un avant-noise-krautrock poco convenzionale e a suo modo visionario
Jesus Lizard: Rack
A 26 anni dall'ultimo disco di inediti torna la band più pericolosa degli anni Novanta. David Yow, Duane Denison, David Wm. Sims e Mac McNeilly riportano i Jesus Lizard alla qualità dei bei tempi andati e in "Rack" collezionano 11 brani uno più brutale dell'altro, mostrando di essere ancora perfettamente focalizzati sulla materia.
Psychic Graveyard: Wilting
I Jesus Lizard calati nel trip sbagliato o magari dei Butthole Surfers più scontrosi ed elettrici: gli Psychic Graveyard uniscono caos e rigore, partendo dalla psichedelia e arrivando al noise, al post-punk e al krautrock tedesco. C'è forza nella creatività sbilenca e fragorosa di questo quartetto statunitense, e "Wilting" ne è la suprema dimostrazione.
Oneida: Expensive Air
La ghenga di Kid Millions, Bobby Matador, Hanoi Jane, Barry London e Shahin Motia torna con un disco deragliante e tagliente al tempo stesso, in cui si mescolano punk, psichedelia, krautrock e la rinomata "fisicità" del quintetto statunitense. Più concretezza e meno voli pindarici rispetto al passato, ed è un bene.
Shellac: To All Trains
L'ultimo disco inciso da Steve Albini con i sodali Bob Weston e Tod Trainer. Un involontario e drammatico saluto finale da uno dei più grandi produttori musicali di sempre.
Uzeda: Quocumque jeceris stabit
"Ovunque lo lancerai, rimarrà in piedi". In altre parole, la storia degli Uzeda, 30 anni di carriera votati a un noise rock da manuale, durante i quali la band si è guadagnata l'ammirazione di gente come Shellac, Black Heart Procession, The EX, June of 44 e di moltissimi altri. L'ennesimo, bellissimo disco della formazione catanese.