Il sassofonista e flautista Jason Robinson richiama, tra le tante, anche le lezioni di Eric Dolphy e John Coltrane, schivando la sudditanza psicologica grazie all'ironia e a un carattere musicale estroverso. Attitudine free, ma senza dimenticare concetti come ritmo, swing e melodia. Una "sound meditation" sorprendente.
Meccaniche angolari: il primo disco da solista di Martin Rev (Suicide)
Bureau B ristampa nel 2024 "Martin Rev", il primo disco in solo di Martin Rev uscito originariamente nel 1980. Come recuperare la lezione dei Suicide e aggiornarla, collezionando layout musicali fuori dagli standard estetici più convenzionali
Natalia Cappa: Una
La voce virtuosa della soprano argentina Natalia Cappa si fa strumento insolito per un mosaico di suoni "concreti", ritmici, timbricamente mutevoli e spettacolari. Stilisticamente parlando, c'è anche il Demetrio Stratos di "Cantare la voce" tra le pieghe di "Una", soprattutto nei solipsismi impegnati ad indagare le dinamiche e le possibilità espressive del canto
Martin Rev: The Sum of Our Wounds (Cassette Recordings 1973-85)
Diario di un suono in continua mutazione: i Suicide devono molto a queste registrazioni casalinghe su cassetta. Ossessività, riverberi, drum machine analogiche, sintetizzatori e tutta la spietatezza della New York dei Settanta, rigorosamente in bassa fedeltà.
Psychic Graveyard: Wilting
I Jesus Lizard calati nel trip sbagliato o magari dei Butthole Surfers più scontrosi ed elettrici: gli Psychic Graveyard uniscono caos e rigore, partendo dalla psichedelia e arrivando al noise, al post-punk e al krautrock tedesco. C'è forza nella creatività sbilenca e fragorosa di questo quartetto statunitense, e "Wilting" ne è la suprema dimostrazione.
Oneida: Expensive Air
La ghenga di Kid Millions, Bobby Matador, Hanoi Jane, Barry London e Shahin Motia torna con un disco deragliante e tagliente al tempo stesso, in cui si mescolano punk, psichedelia, krautrock e la rinomata "fisicità" del quintetto statunitense. Più concretezza e meno voli pindarici rispetto al passato, ed è un bene.
Theodora Laird & Caius Williams: Crosspiece
Contrabbasso/basso elettrico e voce, in un dedalo di improvvisazioni che lavora egregiamente sulle dinamiche e che in alcuni passaggi non sembra troppo distante dal jazz o dallo spiritual. Quello che da fuori potrebbe sembrare un esercizio di stile si trasforma in una musica dall'intensità inaspettata
Chrystabell & David Lynch: Cellophane Memories
L'immaginario onirico e gassoso di David Lynch e il sussurrare elegante ed evocativo di Chrystabell: "Cellophane Memories" vive di tremoli di chitarre elettriche, sovraincisioni vocali che si attraversano, reverse recording, isolate smussature industrial-ambient. Un disco che nasce da una visione e si fa visione esso stesso
Sculpture: Max Ax
Più che semplice musica, forme sonore estemporanee da plasmare e in cui far convergere psichedelia, avanguardia, elettronica, contemporanea. Sculpture è estetica visionaria, metamorfosi ricombinatoria, caos compulsivo, dinamismo estatico, gioia feroce.
Brad Mehldau: Après Fauré
Quattro notturni ripresi dalla produzione del compositore Gabriel Fauré e quattro brani autografi ispirati alla sua musica: un disco in cui Mehldau gioca con un suono espressionista e a cascata sui tasti del pianoforte, ammirevole per complessità e ricchezza
Christopher Zuar Orchestra: Exuberance
Un'orchestra di 24 elementi per un jazz corale impastato con sfumature armoniche vaporose e ritmiche dagli accenti inconsueti. Una parte di minimalismo, due parti di anni settanta, una spruzzata di classici, ma anche l'idea di confrontarsi senza paura con una certa modernità
Alison Cotton: Engelchen
Un omaggio a Ida e Louise Cook e al contributo che diedero al salvataggio di alcuni ebrei durante la seconda guerra mondiale. La musica gioca sulla drammaticità e sul pathos, grazie alle sovraincisioni di viola, tra paesaggi reali e immaginari, e parti cantate che richiamano suggestioni nordiche