C'è una sorta di ruvida vitalità in questa registrazione live del Bill Orcutt Guitar Quartet pubblicata su cassetta e in digitale. Un minimalismo applicato al noise che parte da dischi come "Music For Four Guitars" e arriva a vere e proprie parentesi improvvisative sviluppate in maniera corale. Il suono vive di livelli strumentali che convergono, spesso si ammassano in un flusso energico e...
Cosmic Ear: Traces
Christer Bothén negli anni settanta fu uno dei collaboratori di Don Cherry durante il suo periodo scandinavo, e lo stesso Cherry è l'ispirazione principale per i Cosmic Ear (supergruppo formato oltre che da Bothén, anche da Mats Gustafsson, Goran Kajfeš, Juan Romero e Kansan Zetterberg) di "Traces". La materia trattata è un jazz ricco di groove, spirituale alla maniera di Pharoah Sanders o dello...
Chris Jonas: Backwardsupwardsky
Registrato nell'arco di due anni e con tre formazioni diverse - di cui una con base a Bologna - "Backwardsupwardsky" di Chris Jonas raccoglie in 14 brani un jazz surrealista e libero di spaziare tra le tonalità. La musica di Jonas non è solo una questione di scrittura - o di improvvisazione - ma anche di scelte timbriche che disorientano e di un'alternanza tra vuoti e pieni minimale ma capace di...
Joachin Kühn French Trio: The Way
Il "trio francese" del pianista Joachim Kühn pubblica un disco che ha il marchio del free jazz, pur seguendo una sua personalissima narrativa. C'è un intuito melodico intrigante rintracciabile tra le libertà formali che caratterizzano questi 4 brani, un'idea di suono che secondo gli stessi musicisti unisce «luminosità, velocità ed eleganza», veicolando nel contempo una certa urgenza espressiva...
Unknown psychedelia: lo strano caso degli One e del loro album “1” (o “Come”)
Negli anni si sono perse le tracce degli One. L'unico album dato alle stampe dalla formazione statunitense è l'omonimo pubblicato nel 1972, fulgido esempio di un folk ibridato con rock e psichedelia che a distanza di 53 anni continua a sorprendere
C’mon Tigre: “TEN” è la ristampa per i dieci anni dell’omonimo disco d’esordio della band
«C'mon Tigre are two people. C'mon Tigre is a collective of souls»: Computer Students ristampa il primo omonimo disco dei C'mon Tigre in una splendida edizione in doppio vinile: "TEN"
Xhosa Cole: On A Modern Genius Vol. 1
Il genio di Thelonious Monk reinterpretato da uno dei sassofonisti britannici più rispettati degli ultimi anni: Xhosa Cole trasforma la musica del pianista statunitense in un cocktail frizzante di virtuosismi bop, crasi melodiche e istrioniche riletture del catalogo, con in più una sezione ritmica valorizzata anche dalla tap dancer Liberty Styles.
TRAINING with Ruth Goller: threads to knot
La musica contenuta in "threads to knot" è una meravigliosa creatura a più teste: quando non è il free-jazz a sbrigliare la creatività dei TRAINING e di Ruth Goller, il suono circoscrive un post-punk strumentale che disorienta con digressioni seriali solo in apparenza, pur frequentando anche latitudini avant a loro modo narrative
Spanish waltz per La Singla: “Never Let it End” di Albert Mangelsdorff Quartet
Un quartetto al massimo della creatività che trae ispirazione in maniera quasi sinestesica da un'arte antica, riportandola ai dettami del free-jazz. Il risultato è un suono dalla modernità sconvolgente
Le molte forme dell’acqua: “Slow Water” di Stephan Crump
"Slow Water" di Stephan Crump veicola una musicalità aleatoria ma esteticamente ricchissima. Una riflessione sugli spazi e sul mosaico di dettagli di cui si nutre la musica, più che sulle filiazioni stilistiche messe in mostra
Jason Robinson: Ancestral Numbers 1
Il sassofonista e flautista Jason Robinson richiama, tra le tante, anche le lezioni di Eric Dolphy e John Coltrane, schivando la sudditanza psicologica grazie all'ironia e a un carattere musicale estroverso. Attitudine free, ma senza dimenticare concetti come ritmo, swing e melodia. Una "sound meditation" sorprendente.
Brad Mehldau: Après Fauré
Quattro notturni ripresi dalla produzione del compositore Gabriel Fauré e quattro brani autografi ispirati alla sua musica: un disco in cui Mehldau gioca con un suono espressionista e a cascata sui tasti del pianoforte, ammirevole per complessità e ricchezza