Tagjazz

Cosmic Ear: Traces

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Christer Bothén negli anni settanta fu uno dei collaboratori di Don Cherry durante il suo periodo scandinavo, e lo stesso Cherry è l'ispirazione principale per i Cosmic Ear (supergruppo formato oltre che da Bothén, anche da Mats Gustafsson, Goran Kajfeš, Juan Romero e Kansan Zetterberg) di "Traces". La materia trattata è un jazz ricco di groove, spirituale alla maniera di Pharoah Sanders o dello...

Chris Jonas: Backwardsupwardsky

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Registrato nell'arco di due anni e con tre formazioni diverse - di cui una con base a Bologna - "Backwardsupwardsky" di Chris Jonas raccoglie in 14 brani un jazz surrealista e libero di spaziare tra le tonalità. La musica di Jonas non è solo una questione di scrittura - o di improvvisazione - ma anche di scelte timbriche che disorientano e di un'alternanza tra vuoti e pieni minimale ma capace di...

Joachin Kühn French Trio: The Way

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Il "trio francese" del pianista Joachim Kühn pubblica un disco che ha il marchio del free jazz, pur seguendo una sua personalissima narrativa. C'è un intuito melodico intrigante rintracciabile tra le libertà formali che caratterizzano questi 4 brani, un'idea di suono che secondo gli stessi musicisti unisce «luminosità, velocità ed eleganza», veicolando nel contempo una certa urgenza espressiva...

Xhosa Cole: On A Modern Genius Vol. 1

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Il genio di Thelonious Monk reinterpretato da uno dei sassofonisti britannici più rispettati degli ultimi anni: Xhosa Cole trasforma la musica del pianista statunitense in un cocktail frizzante di virtuosismi bop, crasi melodiche e istrioniche riletture del catalogo, con in più una sezione ritmica valorizzata anche dalla tap dancer Liberty Styles.

TRAINING with Ruth Goller: threads to knot

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La musica contenuta in "threads to knot" è una meravigliosa creatura a più teste: quando non è il free-jazz a sbrigliare la creatività dei TRAINING e di Ruth Goller, il suono circoscrive un post-punk strumentale che disorienta con digressioni seriali solo in apparenza, pur frequentando anche latitudini avant a loro modo narrative

Jason Robinson: Ancestral Numbers 1

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Il sassofonista e flautista Jason Robinson richiama, tra le tante, anche le lezioni di Eric Dolphy e John Coltrane, schivando la sudditanza psicologica grazie all'ironia e a un carattere musicale estroverso. Attitudine free, ma senza dimenticare concetti come ritmo, swing e melodia. Una "sound meditation" sorprendente.

Brad Mehldau: Après Fauré

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Quattro notturni ripresi dalla produzione del compositore Gabriel Fauré e quattro brani autografi ispirati alla sua musica: un disco in cui Mehldau gioca con un suono espressionista e a cascata sui tasti del pianoforte, ammirevole per complessità e ricchezza

Christopher Zuar Orchestra: Exuberance

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Un'orchestra di 24 elementi per un jazz corale impastato con sfumature armoniche vaporose e ritmiche dagli accenti inconsueti. Una parte di minimalismo, due parti di anni settanta, una spruzzata di classici, ma anche l'idea di confrontarsi senza paura con una certa modernità

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