Quattro notturni ripresi dalla produzione del compositore Gabriel Fauré e quattro brani autografi ispirati alla sua musica: un disco in cui Mehldau gioca con un suono espressionista e a cascata sui tasti del pianoforte, ammirevole per complessità e ricchezza
Christopher Zuar Orchestra: Exuberance
Un'orchestra di 24 elementi per un jazz corale impastato con sfumature armoniche vaporose e ritmiche dagli accenti inconsueti. Una parte di minimalismo, due parti di anni settanta, una spruzzata di classici, ma anche l'idea di confrontarsi senza paura con una certa modernità
Alison Cotton: Engelchen
Un omaggio a Ida e Louise Cook e al contributo che diedero al salvataggio di alcuni ebrei durante la seconda guerra mondiale. La musica gioca sulla drammaticità e sul pathos, grazie alle sovraincisioni di viola, tra paesaggi reali e immaginari, e parti cantate che richiamano suggestioni nordiche
Soundwalk Collective with Patty Smith: Correspondences Vol. 1
Dieci anni di collaborazione tra i sound hunters Soundwalk Collective e Patti Smith, i primi ambasciatori di un ambient sui generis che vive di field recording scovati in giro per il mondo e dell'arte di riarrangiarli, e la seconda voce poetica recitante dall'intensità unica
Nika Son: Aslope
Lo spazio e il suono, ovvero come la musica concreta possa trasformarsi prima in pulsazione, e poi in sensazione. Riverberi, voci che emergono improvvisamente, field recording e la capacità di saper orchestrare alla perfezione e seguendo la giusta semantica tutti gli elementi di questo dialogo.
Peter Brötzmann / Paal Nilssen-Love: Chicken Shit Bingo
Il clarinetto e il sax di Peter Brötzmann si scontrano con le percussioni di Paal Nilssen-Love: il dialogo è serrato ma non sempre violento, un annusarsi reciproco che genera persino qualche momento di stasi, oltre a una secchezza formale generalizzata. Il ring raffigurato in copertina è solo immaginato, ma il senso d'avventura è reale.
Kali Malone: All Life Long
Composto tra il 2020 e il 2023 ma in realtà ispirato allo stile delle partiture medievali, il nuovo album di Kali Malone si affida a organo a canne, cori e ottoni, abbandonandosi talvolta a ciclicità di voci sacrali, talvolta a persistenze ambient orchestrali e sui generis. Un'esperienza d'ascolto innegabilmente affascinante.
Robert Aiki Aubrey Lowe: Grasshopper Republic (Original Motion Picture Soundtrack)
L'ambient-elettronica di Robert Aiki Aubrey Lowe fa da colonna sonora ai cacciatori di cavallette in Uganda: nel film di Daniel McCabe la musica diventa il moltiplicatore emozionale di immagini surreali e di grande effetto
Arab Strap: I’m totally fine with it don’t give a fuck anymore
"They said beware of strangers, but now that's all we are": tornano gli Arab Strap con una cronaca impietosa di una contemporaneità in cui vivere diventa un faccia a faccia costante con il cinismo più disperato. La musica sa di lo-fi, elettronica e indie, ma è solo un mezzo, non il fine.
Julia Holter: Something in the Room She Moves
Un songwriting in cui sogno e realtà convivono, tra acquarelli di riverberi e praterie di sintetizzatori. La Joni Mitchell dell'art-indie americano torna con un disco eccellente, ricchissimo nei timbri e nella strumentazione, ma al 100% Julia Holter.
Billy Bultheel: Two Cycles
Una musica liminale. Cornici di suono senza un vero centro di gravità ma che ti circondano con sontuose dinamiche e timbri suadenti. Brani composti tra il 2016 e il 2023 e provenienti da contesti diversi, per un disco suddiviso tra una prima parte più elettroacustica e una seconda più elettronica.
Allison Burik: Realm
Avant, post-minimalismo, ambient-folk. Le definizioni per etichettare questo disco potrebbero essere tante, ma gli strumenti utilizzati sono tutto sommato pochi: principalmente il sax, il flauto e il clarinetto di Allison Burik. Una musica con un piede nell'epica di Mats Gustafsson e l'altro in un immaginario che sa di miti ancestrali nordici.