Tagcontemporanea

Sarah Davachi: The Head As Form’d In The Crier’s Choir

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L'ambient di Sarah Davachi ha in sé una lentezza mistica, rigorosa e intima al tempo stesso. Organo a canne, sintetizzatori, viole e fiati sublimano un'ispirazione nata da "I sonetti a Orfeo" di Rainer Maria Rilke e L'Orfeo di Claudio Monteverdi in una musica meditativa e potente, registrata in varie cattedrali in giro per il mondo.

Laurence Pike: The Undreamt​-​of Centre

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Un requiem per batteria, coro ed elettronica che si rivela ritmico ed estatico al tempo stesso. Laurence Pike suona tutti gli strumenti, il Sydney Philharmonia Choir è la parte narrativa nei brani, per un disco ispirato anche dalla musica ambientale giapponese, dal free jazz e dalla tradizione corale dell’Estonia.

Monolake: Studio

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"Studio" è un ipertesto di dettagli. Uno spazio musicale puntiglioso e in rapida evoluzione che tuttavia mantiene dritto il timone del ritmo. La minimal-techno-dub di Monolake parte da synth analogici come il Synclavier II e il Prophet VS e, passando attraverso una giungla di filtering, pitch shifting e time stretching, atterra su un pianeta alieno.

Smote: A Grand Stream

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Trasformare la circolarità in spiritualità, facendosi ispirare dagli alberi e dalla nebbia di una fattoria ai confini con la Scozia. Una celebrazione che nei toni assomiglia più a una messa nera, tra crescendo urticanti à la Swans e trasfigurazioni di voci e suoni. "A Grand Stream" è un sorprendente trattato sull'inquietudine

Laurie Anderson: Amelia

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Il volo intorno al mondo di Amelia Earhart diventa nelle mani di Laurie Anderson una successione di cartoline e voci dal passato, musicate dagli archi dell'orchestra Filharmonie Brno con la collaborazione di Anohni, Gabriel Cabezas, Rob Moose, Ryan Kelly, Martha Mooke, Marc Ribot, Tony Scherr, Nadia Sirota e Kenny Wollesen.

Natalia Cappa: Una

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La voce virtuosa della soprano argentina Natalia Cappa si fa strumento insolito per un mosaico di suoni "concreti", ritmici, timbricamente mutevoli e spettacolari. Stilisticamente parlando, c'è anche il Demetrio Stratos di "Cantare la voce" tra le pieghe di "Una", soprattutto nei solipsismi impegnati ad indagare le dinamiche e le possibilità espressive del canto

Theodora Laird & Caius Williams: Crosspiece

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Contrabbasso/basso elettrico e voce, in un dedalo di improvvisazioni che lavora egregiamente sulle dinamiche e che in alcuni passaggi non sembra troppo distante dal jazz o dallo spiritual. Quello che da fuori potrebbe sembrare un esercizio di stile si trasforma in una musica dall'intensità inaspettata

Chrystabell & David Lynch: Cellophane Memories

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L'immaginario onirico e gassoso di David Lynch e il sussurrare elegante ed evocativo di Chrystabell: "Cellophane Memories" vive di tremoli di chitarre elettriche, sovraincisioni vocali che si attraversano, reverse recording, isolate smussature industrial-ambient. Un disco che nasce da una visione e si fa visione esso stesso

Sculpture: Max Ax

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Più che semplice musica, forme sonore estemporanee da plasmare e in cui far convergere psichedelia, avanguardia, elettronica, contemporanea. Sculpture è estetica visionaria, metamorfosi ricombinatoria, caos compulsivo, dinamismo estatico, gioia feroce.

Alison Cotton: Engelchen

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Un omaggio a Ida e Louise Cook e al contributo che diedero al salvataggio di alcuni ebrei durante la seconda guerra mondiale. La musica gioca sulla drammaticità e sul pathos, grazie alle sovraincisioni di viola, tra paesaggi reali e immaginari, e parti cantate che richiamano suggestioni nordiche

Nika Son: Aslope

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Lo spazio e il suono, ovvero come la musica concreta possa trasformarsi prima in pulsazione, e poi in sensazione. Riverberi, voci che emergono improvvisamente, field recording e la capacità di saper orchestrare alla perfezione e seguendo la giusta semantica tutti gli elementi di questo dialogo.

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