Particolare della copertina del libro “Nessuna voce dentro” di Massimo Zamboni

Un’estate a Berlino Ovest: “Nessuna voce dentro” di Massimo Zamboni

La ricerca di senso che caratterizza da sempre la giovinezza: “Nessuna voce dentro – Un’estate a Berlino” di Massimo Zamboni è una lettera d’amore a un mondo che non c’è più, ma anche la cronaca di un momento irripetibile.

Copertina del libro “Nessuna Voce dentro – Un’estate a Berlino Ovest” di Massimo Zamboni

Il suo ingresso nella mia memoria lo ricordo ancora, millimetricamente. Due mani destre che si incontrano. “Giovanni”. “Massimo”. Un riconoscimento che non ho saputo spiegare mai. Un sistema a incastro. Immediato; non mediato; non meditato. Gli occhi che cercavo, per guardare oltre il Muro

Massimo Zamboni

Il “Giovanni” citato in apertura è ovviamente Giovanni Lindo Ferretti, voce dei CCCP / CSI / PGR. L’altro personaggio che viene citato da Zamboni alla fine di Nessuna Voce dentro – Un’estate a Berlino Ovest è Pier Vittorio Tondelli, grazie al cui articolo pubblicato sull’Espresso nel 1984 i CCCP cominceranno la scalata verso la popolarità. Un Tondelli che pur non partecipando attivamente ai fatti raccontati nel libro, risuona in ogni pagina scritta, sia nello stile di scrittura che nelle tematiche affrontate (su tutte, il viaggio e la scoperta di se stessi), soprattutto con il suo capolavoro Altri Libertini

Nessuna Voce dentro – Un’estate a Berlino Ovest esce nel 2017 e, come specifica il suo autore nelle note conclusive, è in realtà la rielaborazione/riscrittura di una delle tre parti (quella dedicata appunto a Berlino) di Il mio primo dopoguerra. Cronache sulle macerie: Berlino ovest, Beirut, Mostar, opera che il chitarrista dei CCCP pubblicò originariamente nel 2005. Si tratta fondamentalmente di un racconto di formazione narrato in prima persona e nobilitato dall’ormai “leggendario” incontro tra Ferretti e Zamboni in una discoteca punk della città tedesca, un evento che sancirà formalmente l’inizio della storia dei CCCP. Due personaggi in cerca d’autore, i Nostri, riunitisi nel centro d’Europa in un momento in cui Storia e dimensione personale si intrecciavano, decadenza e rinascita rappresentavano il contesto in cui ci si trovava a crescere, passione politica e sensibilità analoghe convergevano al di là delle ipocrisie.

Il tema del libro sembra essere la ricerca di senso che caratterizza da sempre la giovinezza, nel nostro caso rappresentata da uno Zamboni poco più che ventenne che parte in autostop per Berlino per poi restare nella città tedesca per qualche mese. Un’esperienza di vita che attraversa il clima bohemien delle case occupate in una metropoli divisa dal Muro e con ancora le cicatrici della Seconda Guerra Mondiale, ma anche il fermento artistico e culturale del luogo, gli inevitabili lavoretti come cameriere presso un ristorante italiano (vera e propria scuola di vita per chi deve imparare ad arrangiarsi e capire come è fatto il mondo), le culture mediorientali emigrate in quella Germania degli anni ottanta e così importanti anche per l’immaginario dei CCCP, l’underground del punk, della wave e dell’elettronica.

Berlino rappresentava allora una città che voleva ritrovarsi (e riunirsi al di là del Muro) e una delle calamite culturali più attraenti, il simbolo di un controllo politico e militare spietato ma anche una comunità di persone animata da una spinta vitale irrefrenabile. È proprio lì che Zamboni ascolta per la prima volta il concetto di “Geniale Dilletanten”, un monito assimilabile al “Do It Yourself” tipicamente indie/punk che diverrà, interpretato a dovere e messo a frutto nella scrittura musicale, una possibile via di fuga dal conformismo e dalla routine di una vita borghese emiliana già inscatolata e pronta all’uso. Un vero e proprio carburante per la creatività: diventare un «professionista in quello che non imparerò mai a fare» si trasforma in un invito all’azione capace di sturare aspirazioni represse e di cancellare in un attimo tutte le inadeguatezze. 

Per bruciare davvero però serve un innesco, e quel concittadino reggiano incontrato per caso ai confini del mondo occidentale e portatore sano delle stesse idiosincrasie, sarà una scintilla perfetta. Una storia che, tra alti e bassi, dura ancora oggi.