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Nídia & Valentina: Estradas

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Cluster di batteria e percussioni si rincorrono costruendo, assieme ai synth e ad altri contributi strumentali, architetture ipnotiche vicine all'Africa eppure a loro modo anche figlie di una dance distopica. "Estradas" è un riarrangiare l'orecchio per accogliere le varie forme del ritmo, in un viaggio che è sempre una piacevole scoperta.

TRAINING with Ruth Goller: threads to knot

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La musica contenuta in "threads to knot" è una meravigliosa creatura a più teste: quando non è il free-jazz a sbrigliare la creatività dei TRAINING e di Ruth Goller, il suono circoscrive un post-punk strumentale che disorienta con digressioni seriali solo in apparenza, pur frequentando anche latitudini avant a loro modo narrative

Sulla lingua: ON

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Per i synth di Anthony Pateras, la chitarra baritona di Stefano Pilia e la batteria / drummophone di Riccardo La Foresta anche il tempo diventa un fattore opinabile. Quelli racchiusi in "ON" rallentano e accelerano quando meno te lo aspetti, mentre il suono gira attorno a un avant-noise-krautrock poco convenzionale e a suo modo visionario

Vaag: Twenty Two

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L'electro-ambient di Vaag (al secolo, Marc Brinkerink) è una texture astratta e coloratissima, in cui suoni percussivi destrutturati e trattati convivono con un mood che odora vagamente di house e sfocia in una IDM glitchata e surrealista.

Earl​’​s Closet: The Lost Archive of Earl McGrath, 1970​-​1980

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Quando il giornalista Joe Hagan, dopo la morte di Earl McGrath (discografico, jet setter, collezionista, nonché scopritore di talenti musicali), cominciò a spulciare nei suoi archivi, non si aspettava certo di trovare registrazioni sorprendenti come quelle contenute in "Earl​’​s Closet: The Lost Archive of Earl McGrath, 1970​-​1980"

Slomo: Zen and Zennor

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Nelle circolarità lente ed ossessive degli Slomo sembra di ascoltare dei Cluster narcotizzati, capaci di sviluppi incrementali del suono da manuale. Il droning di "Zen and Zennor" è una materia viva e ricca di dettagli che mira alla tridimensionalità e all'imponenza

Hair and Space Museum: Human Presence

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La "presenza umana" a cui si riferiscono Emily Pothast e David Golightly è un lento sussurro perso nelle profondità dello spazio. Gli Hair and Space Museum arrivano a destinazione grazie a una ambient partorita da synth come il Moog Voyager e il Roland Juno-60, e senza dimenticare la lezione di Tangerine Dream e Klaus Schulze.

Susanna: Meditations on love

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Certe cadenze strumentali tipiche del minimalismo, qualche accento jazz, accenni alla musica orchestrale e un ricordo di Björk nelle linee melodiche. Il songwriting della norvegese Susanna Wallumrød destabilizza ed eccita per una obliquità di fondo che unisce grazia e arrangiamenti avventurosi

Félicia Atkinson: Space As An Instrument

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Che sia racchiusa in una lenta progressione di note di pianoforte o in un field recording, in una flebile ambient o in una spoken word appena sussurrata, la musica di Félicia Atkinson rimane una materia impalpabile e affascinante capace di parlare alla parte più intima di ognuno di noi.

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